La
Rivolta del 5-6 Ottobre 1943
(di
Maurizio Angelucci)
La
rivolta del 5-6 ottobre 1943 costituisce un episodio tragico e glorioso della
storia di Lanciano, il cui gonfalone fu in seguito decorato con la medaglia
d'oro al Valor Militare nell'Italia repubblicana.
Il
fascismo cadde il 25 luglio 1943, provocando una situazione di sbandamento nel
popolo italiano, che non fu risolta dall'armistizio dell'8 settembre, ma fu
invece accentuata dalla fuga del re.
Le
truppe naziste erano in ritirata e, per ostacolare l'avanzata degli alleati, si
appropriavano delle riserve alimentari che ogni lancianese accumulava per
fronteggiare l'incalzante inverno.
I
tedeschi occuparono Lanciano il 12 settembre 1943, approfittando della
favorevole posizione geografica della città per organizzare il loro
contrattacco.
Si
ebbero vari episodi di sabotaggio e di non aderenza alle pretese degli invasori,
di un notevole significato per la disparità delle forze avverse. Come quando un
dodicenne, Eustacchio Giovannelli, confessò e restituì un fucile mitragliatore
solo quando furono arrestati alcuni suoi familiari.
I
nazisti saccheggiavano continuamente case e negozi e il 4 ottobre un generale a
riposo, Ginesio Mercadante, andò a protestare al comando tedesco. Si pensò ad
un suo arresto e la popolazione fu sul punto di ribellarsi, ma il ritorno del
generale chiarì l'equivoco (la sera fu imposto il coprifuoco).
Ormai
la rivolta stava per scoppiare, per cui la sera del 5 ottobre alcuni giovani
assaltarono degli automezzi tedeschi nei pressi di Pozzo Bagnaro, ferendone gli
occupanti e incendiando i veicoli stessi. Fu quindi arrestato Trentino La Barba
che, non avendo voluto rivelare i nomi dei suoi complici, fu torturato, accecato
e fucilato il mattino seguente non lontano della chiesa di S. Chiara. Un altro
automezzo nemico fu incendiato la sera stessa nel quartiere di Lancianovecchia,
e ciò costituì un ulteriore preludio alla rivolta popolare che sarebbe
scoppiata l'indomani.
Alle
9 del mattino del 6 ottobre i rivoltosi aspettavano i meglio organizzati nemici
con vecchie e rudimentali armi sottratte ad una caserma cittadina ed altre di
fabbricazione moderna trafugate ai tedeschi. Le vie del centro storico furono
teatro dell'impari lotta che si concluse nelle prime ore del pomeriggio con la
totale occupazione della città.
Undici
persone caddero in combattimento: Trentino La Barba (medaglia d'oro); Remo
Falcone (medaglia d'argento); Nicolino Trozzi (medaglia d'argento); Vincenzo
Bianco, Giovanni Calabrò, Giuseppe Castiglione, Achille Cuonzo, Adamo
Giangiulio, Giuseppe Marsilio, Guido Rosato, Raffaele Stella (tutti decorati con
la medaglia di bronzo).
Dodici
persone morirono per rappresaglia: Maria Auricchio, Alberto Cicchitti, Luigi
Cioppi, Giovanni De Chellis, Di Campli Gaetano, Giuseppe Iacobitti, Dora
Manzitti, Giuseppe Orfeo, Francesco Paolo Piccirilli, Leopoldo Salerno, Perino
Sammaciccia et Camillo Trozzi.
L'VIII armata inglese, che comprendeva anche canadesi, indiani e neozelandesi, sconfisse definitivamente i nazisti nella battaglia del Sangro che si svolse negli ultimi quattro giorni del novembre 1943; Lanciano fu liberata nel 3 e nel 4 dicembre 1943.
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