Feste di Settembre

Maurizio Angelucci

Il come e il perché

delle “Feste di Settembre”

a Lanciano

 

Lanciano è una città abruzzese molto accogliente, dinamica e rilassante, situata nell’Italia centrale, in provincia di Chieti, a 220 Km da Roma.

Essa si estende per 66,09 Km2 e alla fine dell’estate 2008 conta 36.513 abitanti (ma i lancianesi nel mondo sono tantissimi).

Posta a 284,42 metri sul livello del mare, la città ha favorevoli condizioni climatiche per la sua locazione tra il mar Adriatico, a 12 km, e le montagne della Maiella, ad una trentina di chilometri.

Lanciano confina a nord coi comuni di Frisa, San Vito Chietino e Treglio; ad est con quelli di Rocca San Giovanni, Fossacesia, Santa Maria Imbaro e Mozzagrogna; il fiume Sangro, a sud, la separa dai comuni di Atessa e Paglieta; ad ovest confina coi comuni di Castelfrentano, Orsogna, Poggiofiorito e Sant'Eusanio del Sangro.

La città è attraversata da un piccolo torrente, il Feltrino, che nasce vicino a Castelfrentano e sfocia nel mar Adriatico, nei pressi del molo di San Vito Marina.

 

Per una dettagliata conoscenza storica, artistica, folclorica e culturale della città di Lanciano vedere il mio sito www.maurizioangelucci.com, dove c’è l’esclusiva di tutto il suo territorio, nel senso che ho scritto le prime storie delle 33 contrade e dei quartieri periferici, in una città dove la letteratura locale si era da sempre rivolta solo al centro storico e a qualche contrada.

 

Settembre Lancianese

 

E' consigliabile visitare Lanciano durante il mese festivo per eccellenza, Settembre, per meglio comprendere la cultura popolare esteriorizzata nella speciale atmosfera di questi giorni.

Le feste patronali cittadine, il “Settembre Lancianese”, richiamano i lancianesi nel mondo e quelli delle Americhe e dell’Australia organizzano i loro ritorni ogni tre o quattro anni.

Il clou delle feste in onore della Patrona di Lanciano, Maria S. S.del Ponte, avviene nelle giornate del 14-15-16 Settembre con un ricco programma religioso e civile.

Chi volesse venire potrà poi raccontare “io c’ero”, ma si prepari a muoversi in mezzo a ventimila e più persone e sappia che sarà costretto a parcheggiare la macchina molto lontano e forse su qualche marciapiede.

I tempi cambiano, il progresso è inarrestabile, ma i valori resistono ed i lancianesi non vogliono e non sanno rinunciare alla loro devozione religiosa e ai divertimenti.

Bande musicali, luminarie, corse al galoppo, fuochi d’artificio, una festa del giocattolo, una sfilata medievale, una processione civil–religiosa di ringraziamento alla Madonna, sono parte integrante della storia e della vita della città di Lanciano.

Il primo del mese ricorre l'anniversario della fondazione di Lanciano, la cui nascita, leggendaria, sarebbe avvenuta il 1° settembre 1181 a. C., e le feste iniziano coi tradizionali fuochi di mezzogiorno sulla Torre Civica in Piazza Plebiscito dove è issata la bandiera cittadina, blu e gialla. Poi arrivano i giostrai e le ditte che mettono le parature, e pure artisti da strada, “madonnari”, ecc.

Ma il mese festivo ha due importanti antefatti: lo sparo di bombe dal campanile alle 13 del 29 o del 30 agosto e la festa popolare della sera del 31 agosto (che i lancianesi chiamano la festa di “Sant’Egidio” che viene il giorno dopo).

Le Feste Patronali di Settembre a Lanciano

Le “Feste di Settembre” (Feste Patronali) in onore di Maria S. S. del Ponte, la cui prima edizione ebbe luogo nel 1833, avvengono il 14, 15 e 16 Settembre.

La mattina del 14 Settembre, alle quattro del mattino, durante “l’aperture” (l’apertura), c'è una grande folla dentro e fuori “la piste” (l'ippodromo), quando ci sono i fuochi pirotecnici come tradizionale “ouverture” delle feste settembrine. Due prime ed isolate bombe, alle tre e mezza e alle quattro meno un quattro, richiamano l’attenzione della folla e fanno da sveglia ai lancianesi che stanno ancora dormendo.

Poi chi ha ballato fino a quest'ora particolare s'incontra con chi si è appena alzato per ammirare i fuochi d'artificio, e subito dopo si cammina per le vie cittadine e si compra la tradizionale pizza mentre la banda suona tra la folla.

Quanta gente! Che confusione! E il tutto fino alle prime ore del mattino, quando termina la cosiddetta “notte bianca”, tanto in voga ai nostri tempi nelle piccole e grandi città del mondo.

Poi nei giorni 14, 15 e 16 Settembre le corse ippiche costituiscono un particolare richiamo per gli appassionati e non, e ci si può divertire in feste pubbliche e private o mangiando e chiacchierando nei ristoranti e nei bar. Purtoppo negli ultimi anni non ci sono state le corse dei cavalli.

Una vasta area non lontano da Piazza Plebiscito (ossia in Piazza delle Pietrosa e nell’area prospiciente dove c’è il terminal bus) è consacrata al divertimento e ci sono le giostre ed altri luna park per soddisfare i gusti di grandi e piccoli.

Ogni sera si aspettano i fuochi d'artificio ascoltando complessi bandistici e famosi interpreti nazionali di musica leggera, nei pressi del Palazzo degli Studi in Corso Trento e Trieste, o nella vecchia stazione o in Piazza Plebiscito.

Ogni sera, a mezzanotte, si assiste ai fuochi pirotecnici, una vera e propria competizione che vedrà premiato, alla fine delle feste, il miglior artista.

Le feste patronali sono principalmente dedicate alla Madonna del Ponte con la novena più importante dell’annata che culmina con la Santa Messa e la processione alle sette della sera del 16 Settembre.

Essa esce dalla Cattedrale, annunciata dalla banda e col concorso di tutte le parrocchiecittadine, e si snoda lungo il Corso Trento e Trieste e Via Vittorio Veneto, per poiridiscendere lo stesso Corso Trento e Trieste tra i fedeli sempre in gran numero per venerare la statua della                                                                                                                             Madonnadel Ponte e per presenziare alla Messa.

Alla mezzanotte del 16 Settembre gli ultimi spari concludono le feste patronali… il resto è malinconia.

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Le prime “Feste di Settembre”, reclamizzate a Roma e per tutto il regno di Napoli, ebbero luogo dal 12 al 18 Settembre 1833, e la cerimonia dell’incoronazione della Madonna del Ponte avvenne il 15 Settembre.

Questo perché l’8 Settembre, il giorno consacrato alla Vergine, si svolgeva da secoli un’importante fiera e c’era troppo caos in città per potersi raccogliere in un religioso silenzio.

Già da qualche anno si pensava all’incoronazione della Madonna del Ponte e ci volle un grande impegno di tutta la cittadinanza per convincere il Papato con la storia della tradizione dei secolari miracoli operati dalla stessa Madonna del Ponte, la cui chiesa era la cattedrale di un’attiva città come Lanciano, sede vescovile dal 1515 ed arcivescovile dal 1562.

Furono altresì costituite varie commissioni di cittadini, inclusi i contradaioli, per raccogliere i soldi occorrenti per le varie situazioni organizzative, soprattutto per far fare le corone, una per la Madonna ed una per il Bambino, che furono infine realizzate a Roma insieme a delle stampe con iscrizioni latine, mentre delle medaglie commemorative furono fatte a Napoli.

Furono quindi scelti due delegati cittadini, un sacerdote, don Luigi Iacobitti, ed il cittadino Nicola Saverio De Bucchianico, che portarono a Roma una tela ad olio raffigurante la Patrona di Lanciano.

Essi partirono all’alba dell’11 luglio 1833 ed avevano i denari raccolti con le donazioni e dei speciali lasciapassare per la loro sicurezza e per l’esenzione dal pagamento dei dazi, mentre in città ci si organizzava nella formazione di varie commissioni per dividere i compiti e per fare le questue.

Intanto i lancianesi erano ormai sicuri che le feste si sarebbero svolte e ci si attivava dappertutto per accogliere i numerosi forestieri che sarebbero senz’altro arrivati a Lanciano.

Si organizzarono degli incontri musicali e teatrali per finanziarsi ulteriormente e si stamparono dei manifesti per propagandare l’evento in tutto il regno di Napoli, sottolineando non solo l’aspetto religioso, ma pure le manifestazioni culturali e un nutrito programma civile con vari svaghi per il popolo.

Il pomeriggio di domenica 11 agosto fu tutto dedicato alla raccolta di fondi dopo una grande processione e con la vendita dei doni all’asta la sera.

Nel frattempo i due delegati, di ritorno da Roma, erano stati bloccati a Frosinone e poi a Sora per il maltempo e avevano fatto sapere che sarebbero tornati a Lanciano il 17 agosto. Lo stesso 17 agosto essi arrivarono alle 15 a Palena, dove trovarono un inviato lancianese che disse loro di trattenersi a Castelnuovo (oggi Castelfrentano) per non giungere di notte a Lanciano. Ed effettivamente la sera stessa essi erano giunti a Castelfrentano.

I lancianesi saputa la notizia non seppero aspettare e molti fedeli andarono a Castelfrentano, da dove scortarono le corone con una processione improvvisata e con molti falò fino all’arrivo alla chiesa di Santa Chiara a Lanciano alle due di notte.

Dopo ci fu la consegna di molte carte provenienti dal Vaticano nella sede arcivescovile, con una lettera del Papa Gregorio XVI che autorizzava l’arcivescovo Francesco Maria De Luca a solennizzare al massimo le “Feste di Settembre”.

Insomma si restò alzati fino a dopo l’alba e questa prima nottata della storia di Lanciano sarebbe stata “istituzionalizzata” nelle future “Feste di Settembre”, con una tradizionale veglia il primo giorno di festa.

Nella tarda mattinata del 19 agosto l’Arcivescovo portò in processione le Sacre Corone e l’immagine della Vergine dalla chiesa di Santa Chiara, e lungo Corso Roma, fino alla cattedrale.

Nel Settembre 1833 Lanciano era oltremodo affollata, già dal giorno 8 com’era consuetudine per la sua importante fiera, ma i forestieri si sarebbero trattenuti per le prime “Feste di Settembre” fino alla fine del mese.

Intanto ci s’ingegnava nei preparativi per illuminare la piazza e la facciata della cattedrale, e nel piazzare i palchi per comunicare con gli spettatori, pure adibiti per le esibizioni delle bande musicali e di qualche rappresentazione teatrale. Il Corso Trento e Trieste non esisteva ancora e sarebbe stato realizzato alla fine del XIX secolo e nei primi anni del XX secolo.

Le feste ebbero inizio il giorno 12 (e sarebbero terminate il 18) e si svolgevano in quelle che si chiamavano Piazza del Plebiscito e nella Piazza della Verdura (ora Piazza Garibaldi, vicino all’edificio del mercato coperto). Lo scampanìo delle chiese aprì le feste di buon mattino mentre due bande musicali, di Sulmona e Guardiagrele, giravano per le vie cittadine. Il tempo era bello e nel pomeriggio si svolse una corsa di cavalli un centinaio di metri dopo la chiesa di Santa Chiara. Alle nove di sera la piazza fu allietata dalle risa popolari intorno ad un albero della cuccagna e poi ci fu, nella cattedrale, una performance orchestrale con degli inni religiosi rivolti alla Madonna del Ponte. Dopo la mezzanotte furono incendiati delle specie di globi aerostatici che volarono in cielo.

Il 13 Settembre 1833, di prima mattina, riiniziarono i festeggiamenti col suono delle campane e il pomeriggio ci si riunì intorno ad un albero della cuccagna e per assistere ad una corsa dei cavalli all’inizio dell’attuale Viale Cappuccini. A tarda sera nella cattedrale ci fu una rappresentazione degli studenti del seminario con un dramma imperniato sulla coronazione della Vergine, e dopo in piazza ci furono dei fuochi artificiali mentre le bande suonarono ininterrottamente tutto il giorno.

Il 14 Settembre s’alternò un’altra banda, di Orsogna, a riprova che si erano raccolti molti soldi col concorso di tutta la cittadinanza. La sera ci furono delle preghiere presiedute dall’arcivescovo e delle musiche religiose dentro la cattedrale, mentre il programma civile vide il suo acme con una corsa di cavalli in Viale Cappuccini, per poi andare in Piazza Del Plebiscito a vedere dei globi aerostatici alzarsi in cielo ed infine i fuochi pirotecnici dopo la mezzanotte.

Il 15 Settembre, di domenica, era finalmente giunto il momento d’incoronare la Madonna del Ponte col Bambino. Nella tarda mattinata, col contorno festoso del suono delle immancabili bande, i fedeli davanti ed intorno alla cattedrale facevano ala al passaggio delle autorità civili e religiose e, una volta dentro, le corone furono consegnate ai rappresentanti della deputazione per le feste che, alla presenza di un notaio, le consegnarono alla massima autorità religiosa cittadina. Dopo averle benedette, e con un lungo preambolo di inni musicali, e dopo aver dato la notizia di un’indulgenza concessa dal Papa, l’arcivescovo incoronò nella statua dapprima il Bambino con la corona più piccola ed infine la Madonna con quella più grande. Anni di sacrifici dell’intera cittadinanza trovarono finalmente la loro concreta soddisfazione religiosa. Nel primo pomeriggio cominciò lo scorrere dei fedeli che si recavano a rendere omaggio alla Patrona di Lanciano, finalmente incoronata. Nel tardo pomeriggio ci fu una corsa di cavalli e il palo della cuccagna in piazza, ma il fervore generale era tutto religioso. A sera ci furono una messa e un concerto musicale in cattedrale, e dopo una processione per far sfilare la statua con le preziose corone per le vie cittadine, coi drappi alle finestre, i petali che cadevano sulla statua, la banda che l’accompagnava e le campane di tutte le chiese festanti. Le cronache storiche dell’epoca ci dicono che dalla mezzanotte alle tre i fuochi artificiali rischiararono una Lanciano talmente illuminata che sembrava giorno.

Il 16 e il 17 Settembre furono solennizzati con una serie di messe e la rappresentazione di drammi religiosi nella cattedrale, mentre il programma civile era il consueto con corse di cavalli, il palo della cuccagna, dei globi aerostatici librarsi in cielo e i fuochi artificiali dopo la mezzanotte.

Il 18 Settembre era l’ultimo giorno di festa e ci furono naturalmente delle messe solenni, le corse dei cavalli, il palo della cuccagna ed una distribuzione di pane ai poveri nella chiesa del Purgatorio. I fuochi d’artificio dopo la mezzanotte chiusero l’evento che era durato sei giorni, col tempo atmosferico che era stato incredibilmente bello per tutti i giorni di feste.

Poi, fino all 22 Settembre, si vissero delle giornate di esclusivo interesse religioso coi canti dei Te Deum.

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A proposito della cosiddetta “notte bianca”… navigando in Internet, scrivendo “wikipedia/notte bianca”, esce: “La “Notte Bianca” è un'iniziativa di alcune grandi città del mondo che consiste nell'organizzazione di spettacoli e intrattenimenti vari durante tutta una nottata. Spesso questa è accompagnata da un servizio straordinario dei mezzi pubblici o apertura prolungata di negozi o musei.”. Ed ancora: “La prima iniziativa del genere fu creata a Berlino nel 1997, ma la prima “Notte Bianca” è del 5/6 ottobre 2002 a Parigi ed è stata replicata ogni anno da allora la prima notte fra sabato e domenica di ottobre. La “Notte Bianca” parigina è gemellata con quella romana, di un anno più giovane, che si tiene nello stesso periodo, verso la metà di settembre. Va comunque riconosciuto che la Notte della Taranta, nata a Melpignano, con il patrocinio della Grecìa salentina (la comunità ellenofona in provincia di Lecce) anticipò questi eventi già nel 1998. In realtà la prima “Notte Bianca” si svolse nel 1833 a Lanciano cittadina abruzzese, e tutt'ora nella notte tra il 13 e il 14 Settembre si festeggia ancora. Questa usanza non è andata persa da oltre 150 anni (in realtà dal 1833, nota del curatore).

E sempre tramite Internet ci si può fare un’idea della devozione verso la Madonna del Ponte in altre città italiane.

La Tradizione Musicale Lancianese

La tradizione musicale lancianese iniziò intorno al 1450, quando fu istituita una cappella musicale nella chiesa di Santa Maria dell'Annunziata. Il primo illustre musicista cittadino fu il madrigalista Hippolito Sabino.

Altri musicisti illustri della musica lancianese furono, tra gli altri: Fedele Fenaroli (1730-Napoli 1818), al quale è dedicato il teatro cittadino, e i cui melodrammi e musiche sacre furono eseguiti nelle principali città italiane e da lui diretti a Lanciano, mentre i suoi sei libri sui “Partimenti” sono citati nelle più importanti enciclopedie musicali; Francesco Masciangelo (1823-1906), autore di melodrammi ed opere sacre tra le quali il “Miserere” che accompagna la processione del Venerdì Santo; Padre Cristoforo (cioè Mattia Cipollone, 1837-1905) che dedicò tutta la sua vita alla musica sacra.

Una tradizione musicale così secolare divenne protagonista nell’ambito delle “Feste di Settembre” e favorì, poco dopo la metà del XIX secolo, il formarsi di complessi bandistici, come la famosa “Banda Comunale di Lanciano” diretta dal maestro Nicola Tatasciore, e l'altra diretta dal maestro Nicola Centofanti senior.

Queste bande, che avrebbero legato la loro storia alle “Feste di Settembre”, perfezionarono i loro repertori con le opere classiche dei grandi compositori e diventarono molto famose nella prima metà del XX secolo.

E da sempre la tradizione musicale lancianese si perpetua annualmente con la presenza insostituibile di rinomate bande nazionali e della “Banda Comunale di Lanciano” durante le “Feste di Settembre”, che vengono subito dopo i “Corsi Estivi di Perfezionamento Musicale”, aventi luogo dal 10 luglio al 31 agosto, e grazie ai quali, dal 1972, la città di Lanciano ha acquisito una grande reputazione internazionale.

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Fondamentale punto di riferimento musicale delle “Feste di Settembre” è diventato nel corso dei tempi il glorioso Teatro Fenaroli, che fu costruito dal 1840 al 1850.

Da principio fu dedicato ad un principe borbonico e dopo i lancianesi l’intitolarono al loro musicista più celebre, Fedele Fenaroli. Esternamente il teatro presenta un cornicione sorretto da quattro colonne tra le quali s’intravedono tre grandi porte di bronzo. Internamente c’è una grande sala con cinquantasette palchetti tra la platea e il loggione.

Le Tradizionali Corse Ippiche

Purtroppo negli ultimi anni si è persa una fetta importante e storica legata da sempre alle “Feste di Settembre”: le corse dei cavalli.

I lancianesi erano abituati a trascorrere i pomeriggi delle feste dentro l’ippodromo a Villa Delle Rose per assistere alle corse al galoppo (l’antica “Carrera”).

C’era pure il seguitissimo “Gran Premio Città di Lanciano”, col beneplacito delle relative organizzazioni italiane come l’Unire ed il Jockey Club, e vi assistevano molti appassionati da tutt’Italia per vedere all’opera dei cavalli purosangue cavalcati da famosi fantini e di proprietà di prestigiose scuderie.

Ma dei prolungati contenziosi tra il Comune ed un privato hanno bloccato la realizzazione di esse, che negli ultimi anni si svolgevano per tredici giorni a partire da agosto, e quindi prima, durante e dopo le feste con dei ricchissimi premi in palio.

Nelle giornate del 15 e 16 Settembre 1928 ebbe luogo a Lanciano un Concorso Ippico nazionale.

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Le luminarie o “parature” sono sempre meravigliose e costituiscono il trait d’union tra sacro e profano, tra passato, presente e futuro.

Innumerevoli lampadine multicolori creano dovunque un meraviglioso effetto prospettico, specie lungo tutto il Corso Trento e Trieste e la Cattedale-Basilica di Maria S. S. del Ponte.

Lo stupore è sempre clamoroso quando le luci vengono accese a “giorno” subito dopo lo sparo d’apertura delle “Feste Settembrine” alle 4 del mattino del 14 Settembre.

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Nei giorni del “Settembre Lancianese” si svolgono degli interessanti incontri culturali come qualche mostra fotografica, filatelica, numismatica, di pittura, un concorso di poesia dialettale, altre esposizioni delle ultime produzioni dell'artigianato, ecc., in una serie di avvenimenti evidenziati nel manifesto cartellonistico delle feste che viene affisso sulla cattedrale e in qualche altro posto.

 

Parature durante le “Feste di Settembre” a Lanciano

Foto Nicoletta Di Ciano

 

Parature durante le “Feste di Settembre” a Lanciano

Foto Nicoletta Di Ciano

Folla serale a Lanciano il 31 agosto

Foto Nicoletta Di Ciano

 

Contradando per Lanciano

 

(La 1a storia delle 33 contrade di Lanciano,

ovvero delle frazioni lancianesi protagoniste de “Lu Done”)

 

[L’autore Maurizio Angelucci dopo aver pubblicato Contradando per Lanciano nel 2002, l’ha aggiornato nel 2005 in 1a Storia di tutto il territorio di Lanciano-1st History of the entire Lanciano’s territory, quindi anche in lingua inglese, per poi rielaborarlo e tradurlo in dialetto lancianese in Se scrive Lanciane, Se legge Langián(e), per cui la storia delle contrade di Lanciano qui presentata è una sorta di 4a edizione.].

 

L‘opuscolo delle “Feste di Settembre” del 1994, con in primo piano la Cattedrale-Basilica di Maria S. S. del Ponte, e con una ricca parte storica interamente scritta da Maurizio Angelucci.