Maria
Montessori (1870-1952)
Maria
Montessori nacque a Chiaravalle (Ancona) nel 1870 e si laureò a Roma nel 1896,
diventando la prima donna medico italiana. Subito rivolse il suo interesse al
problema dell'educazione dei fanciulli anormali ed ottenne dei risultati
soddisfacenti con dei metodi che applicò con successo anche sui fanciulli
normali. Diventata
una pedagogista, nel 1899 insegnò nel Magistero femminile di Roma e subito dopo
divenne la direttrice di una Scuola Magistrale a cui era annessa una scuola
speciale per anormali.
Fu
una grande innovatrice educativa e la sua prima «Casa dei Bambini» fu
istituita a Roma, il 6 gennaio 1907, nel quartiere popolare di S. Lorenzo. In
essa si abituavano i bambini all’ordine, alla pulizia personale, nonché a
tenere in ordine i locali, il corredo personale e il copioso materiale
didattico; inoltre le bambine imparavano anche a cucinare. Ciò ebbe larghissima
diffusione in tutto il mondo, sostenuto da un’intensissima opera di
propaganda: viaggi, conferenze, associazioni, scritti vari. Il fenomeno si
diffuse ed altre istituzioni simili si ebbero a Milano, nella Svizzera italiana,
in Inghilterra, in Olanda, negli Stati Uniti.
La
Montessori ha curato molto la metodologia, che si basa sull'applicazione di
alcuni fondamentali principi su cui poggia tutta l’attività educativa e che
richiedono intelligenza, esperienza e sensibilità da parte dell'insegnante,
nonché ambienti naturali idonei. Cioè, il principio dell’educazione dei
sensi, dell’individualizzazione, dell'osservazione, della libertà,
dell'educazione naturale, della ginnastica funzionale, del rispetto dei diritti
del bambino.
L’habitat
scolastico dovrà essere costituito da un arredamento proporzionato alla
grandezza del bambino che potrà muoversi liberamente ed esercitare la propria
attività. L’insegnante avrà il compito di dirigere il bambino che non
potrebbe realizzare i vari esercizi del metodo, spesso complicati, da solo.
L’educazione dei sensi dipenderà dal materiale scientifico rigorosamente
studiato, che non consente solo la conoscenza e permette l’autocorrezione
degli errori.
Il
materiale scientifico si riferiva a quello da lei adottato nelle scuole dei
bambini anormali. Esso comprendeva degli oggetti distinti secondo le qualità
fisiche dei corpi con la funzione di servire all’educazione dei sensi e
diversi per colore, forma, dimensione, suono, ruvidezza, peso, temperatura,
odore e sapore. Vale a dire: delle tavolette a superficie liscia o ruvida; pezze
e nastri di seta, cotone, lino ed altri materiali; vari oggetti di metallo e di
legno diversi per peso e dimensioni. Poi ancora dell’altro materiale
necessario alle distinzioni uditive, visive ed olfattive: tamburi, campanelli,
spolette colorate, prodotti da assaggiare, ecc. Molto importanti sono i
cosiddetti “esercizi del silenzio” durante i quali si devono percepire ad
occhi chiusi i rumori.
Così
si trascorrevano delle ore produttive con delle occupazioni ludiche, ricreative
e sociali che rendevano inutili i premi e i castighi e qualsiasi
differenziazione per sesso ed età.
Il
momento culminante dipendeva dall’educazione intellettuale della lettura e
della scrittura, miranti ad associare le percezioni visive ed uditive, e
dall’aritmetica, dalla musica e dall’educazione religiosa che venivano
apprese e svolte con criteri pratici, naturali, interessanti e piacevoli. Esiliata
dall'Italia durante il fascismo, vi ritornò a guerra conclusa, e poi, mentre il
movimento montessoriano riprendeva vigore, preferì trasferirsi in Olanda, ove
morì, a Noorwijck, nel 1952.
Opere
Principali:
Il
metodo della Pedagogia Scientifica, 1909. (ristampato col titolo modificato: La
scoperta del bambino, Milano, Garzanti, 1951). Antropologia
pedagogica, 1910. L'autoeducazione nelle scuole elementari, 1916, (continuazione
del Metodo).
Il
segreto dell'infanzia, 1938. La
Formazione dell'uomo, 1949. Educazione
e pace, 1951 (conferenze tenute dal 1932 al 1939).
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Nicoletta Di Ciano |