Giovanni
Giolitti (1842-1928)
Giovanni Giolitti nacque il 22 ottobre 1842 a Mondovì, in provincia di Cuneo, da una famiglia agiata, e morì a Cavour il 17 luglio 1928. Nel 1860 si laureò in legge a Torino e per vent'anni lavorò al ministero delle Finanze. Nel 1882 fu eletto deputato per la circoscrizione piemontese di Dronero, una zona che avrebbe rappresentato per tutta la vita. Giovandosi della sua esperienza in materia finanziaria divenne ministro del Tesoro sotto Crispi nel 1889 e primo ministro nel 1892. Travolto dallo scandalo della Banca Romana, si dimise nel novembre del 1893. Tornò al governo sei anni dopo, sotto Zanardelli, come ministro degli Interni in un periodo di grandi lotte sociali e sommosse popolari.
Zanardelli era molto malato e morì per una grave malattia alla fine del 1903; cosicché, il 3 novembre, il re Vittorio Emanuele III affidò l'incarico di formare il nuovo governo a Giovanni Giolitti, che avrebbe fatto il primo ministro per altre tre volte fino al 1914, in quella che è passata alla storia italiana come "l'età giolittiana".
Era un liberale che seppe conciliare gli interessi proletari e
borghesi, promuovendo le migliori leggi a favore dei lavoratori e favorendo lo
sviluppo delle industrie. Propugnatore di uno stato di tutti, e non solo a
difesa delle classi dei possidenti, concesse la più ampia libertà di sciopero
ai lavoratori e non represse mai violentemente le agitazioni sociali, che si
preoccupò di risolvere con la pacifica arma delle riforme. Perfezionò e
migliorò la legislazione in favore dei lavoratori vecchi, infortunati ed
invalidi; emanò delle norme sul lavoro di donne e fanciulli; portò l'obbligo
scolastico fino ai dodici anni; stabilì il diritto al riposo settimanale e
diede molte provvidenze assistenziali ai salariati; estese il diritto di voto,
nel 1912, ai soli uomini di trent'anni e gli elettori divennero otto milioni e
mezzo. Inoltre aumentò le retribuzioni che incrementarono il potere d'acquisto,
resero attive le finanze nazionali e favorirono l'espandersi delle banche che
finanziarono la trasformazione agricola ed industriale del nostro paese. Così
le condizioni di vita migliorarono sensibilmente e la popolazione italiana salì
a trentasei milioni nel 1913, più sei milioni di emigrati che coi loro risparmi
contribuirono a risanare il deficit nazionale.
L'azione politica di Giolitti fu
però macchiata dalla corruzione e dalle intimidazioni cui ricorse durante le
elezioni, valendosi dei prefetti e della polizia per circondarsi di molti
deputati che approvassero la sua politica.
La politica estera giolittiana fu
ancora più rivoluzionaria nei rapporti con le alleate Francia ed Inghilterra,
con l'accordo di aiutarsi e di non contrastarsi nelle conquiste dei territori
africani. Giolitti riprese la politica coloniale italiana iniziata da Crispi
nella guerra italo-turca del 1911-1912 che vide l'Italia entrare in possesso
della Libia, controbilanciando così la recente conquista del Marocco da parte
della Francia. La Libia non era ricca di risorse e non apportò dei benefici
economici all'Italia come si era sperato. Giolitti fu avversato dai socialisti
più estremi e dai nazionalisti, ma godeva del debole appoggio dei liberali e fu
costretto ad accordarsi coi cattolici nel "Patto Gentiloni", col quale
si impegnava a non praticare più una politica anticlericale. Questo ritorno dei
cattolici nella politica attiva non salvò il suo governo e dovette dimettersi
nel marzo 1914.
Giolitti era contro l'intervento dell'Italia nella prima
guerra mondiale, sia perché la riteneva militarmente impreparata e nel rispetto
della neutralità sancita da precedenti accordi internazionali. Comunque
l'Italia entrò in guerra nel maggio 1915.
Nel suo ultimo e quinto governo
da lui presieduto, che durò dal giugno 1920 al giugno 1921, si preoccupò della
ricostruzione italiana, ma non era più il leader carismatico di sempre e il 28
ottobre 1922 i fascisti conquistarono il potere con la "Marcia su
Roma". Giolitti appoggiò il fascismo, ma poi lo avversò con un discorso
al parlamento nel novembre 1924. Quattro anni dopo morì.
Governi
presieduti da Giolitti: Maggio 1892-Novembre 1893; Novembre 1903-Marzo
1905; Maggio 1906-Dicembre 1909; Marzo
1911-Marzo 1914; Giugno 1920-Giugno 1921.
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Nicoletta Di Ciano |