Psicologia
- La personalità dell'anziano
La psicologia ha da sempre privilegiato ciò che è in evoluzione, come l'infanzia e l'adolescenza, ma negli ultimi decenni essa ha cominciato ad interessarsi al mondo degli anziani partendo dai dati demografici che evidenziano l’avanzamento della vita media della popolazione. Ogni indagine demografica connota una vera e propria rivoluzione, che ha ed avrà in futuro un grosso impatto e che rimette in discussione la struttura economica, l'organizzazione sociale ed il sistema di relazioni interpersonali e tra le generazioni.
Per quanto riguarda gli aspetti psicologici dell’età senile, esistono delle rilevanti differenze tra gli individui che devono essere ben conosciute, per un approccio culturale più aperto e per degli studi approfonditi sull’idea di invecchiamento.
Le capacità intellettuali subiscono un’involuzione quando la creatività e l’operatività sono meno brillanti che nelle età precedenti, malgrado i numerosi esempi della gente comune o di poeti, scrittori, scienziati che continuano a lavorare e a produrre anche in età avanzata. Anche in questi casi risalta un evidente rallentamento delle attività intellettive con la diminuzione della memoria, dell’attenzione e con una rigidità psichica che impedisce l’adattamento ad ogni cambiamento sociale.
Le modificazioni della sfera affettiva sono talvolta più marcate di quelle intellettive. Infatti, l’allontanamento dei figli col matrimonio, la morte del coniuge e la progressiva scomparsa di parenti ed amici, rendono l’anziano sempre più solo, meno autonomo e dipendente dagli altri, anche per i comuni atti della vita quotidiana. Subentra allora la paura dell’isolamento che invoglia tanti anziani a dei matrimoni tardivi che sembrano ai figli ingiustificabili ed inspiegabili.
Gli anziani reagiscono in maniera differente. Alcuni si lasciano andare quasi senza rendersene conto; altri sono coscienti del loro decadimento psichico e somatico e pensano all’avvicinarsi della morte. Vi sono pure quelli che mettono le loro doti d’esperienza, di prudenza e di saggezza, al servizio della famiglia e della collettività, trascorrendo così una serena e proficua vecchiaia.
La maggior parte degli anziani, inabili ad ogni lavoro e costretti a sopravvivere con delle pensioni da fame, conoscono gli aspetti più umilianti della povertà e usufruiscono di un’insufficiente assistenza sanitaria.
Uno degli aspetti sociali più gravi della vecchiaia è costituito dal modificato rapporto coi figli, che si sono sposati e che sono andati a vivere in un’altra casa. Quando gli anziani li vanno a trovare si accorgono di esser tollerati più che desiderati, poiché i loro figli hanno ormai degli altri interessi economici e contratto altri legami affettivi. Ne deriva un senso di solitudine che spinge talora l’anziano, quando le condizioni economiche lo consentono, a cercare la compagnia dei coetanei in un pensionato o in qualche istituto.
Le cose vanno peggio quando essi coabitano coi figli sposati e non sono più ritenuti in grado d’insegnare qualcosa e raccontare importanti esperienze di vita; allora l’anziano si sente improduttivo ed inutile, non avendo più niente da conquistare né qualcosa da tramandare.
Ci sono anche degli anziani che reagiscono ed aiutano le famiglie educando i nipoti, che prendono coscienza del loro essere nonni, che frequentano i circoli culturali, che vanno all'università della terza età, che s’iscrivono ai corsi di laurea, che frequentano palestre, piscine o altri centri per la cura fisica, che s’impegnano in politica o nei circoli sociali o ricreativi, che arricchiscono la loro vita con una sessualità molto attiva e sono alla ricerca di nuovi amori.
Il pensionamento rappresenta un’altra tappa fondamentale per l’anziano, il quale quando lavorava pensava che da pensionato avrebbe potuto coltivare tutti i suoi hobby ed interessi e trascorrere più tempo coi nipoti.
Col collocamento a riposo si hanno dei cambiamenti radicali nel proprio stile di vita al quale l’anziano non è preparato. Infatti, nonostante la sua importanza, questa fase della vita è vissuta con forte ambivalenza, e se per alcuni è una liberazione dal pesante obbligo del lavoro, altri lo vivono come un’uscita dalla società produttiva e si sentono inutili.
Spesso l'andare in pensione è considerato un periodo di meritato riposo che ricorda dei modelli di comportamento già trascorsi come i week-end e le ferie. Dopo un periodo più o meno lungo di piacevole riposo subentra un umore di malessere legato alla perdita del lavoro e a dei riferimenti spaziali e temporali su cui, in precedenza, si era basata l’esistenza.
La reazione che quindi si presenta più comunemente è di tipo depressivo, ma è questo il momento di ristabilire un equilibrio nei rapporti familiari e sociali, nel curare la propria cultura, nel ricercare vari interessi e nell’essere attivi ad ogni costo.
L'essere nonni è, inoltre, importante perché nell'età anziana certi affetti vengono non solo rimessi in gioco, ma si possono rafforzare e migliorare. Fare il nonno non è semplice così come non lo era essere genitore, ed è quasi un mestiere che va imparato ed è pieno di soddisfazione e di fascino. In tal modo, l’anziano ha la sensazione di vivere oltre il tempo rivedendosi nel nipote, e soddisfa il desiderio di confrontarsi e arricchirsi nello scambio d’idee ed opinioni con figli e nipoti.
Un fatto è indubitabile: la qualità d’ogni società non potrà prescindere dal misurarsi dal rispetto e dalle cure tributate ai cittadini più anziani.
Igiene: Malattie ricorrenti nell'anziano
La
persona anziana è in maggior misura suscettibile alle malattie, a causa della
sua ridotta capacità di mantenere l'equilibrio fisiologico e per il
deterioramento dei suoi meccanismi immunologici di difesa.
Le
malattie negli anziani possono presentarsi in forma atipica, con assenza o
riduzione dei segni clinici classici e, talvolta, con la sovrapposizione di
diverse situazioni patologiche.
Infatti,
la riduzione della resistenza allo stress può essere ulteriormente ridotta dal
sopravvenire di patologie secondarie e, negli ultimi anni di vita, esse si
susseguono come una reazione a catena in un processo degenerativo che termina
necessariamente con la morte.
Malattie
dell'apparato cardiovascolare
Le
più comuni malattie dell’apparato cardiovascolare nei soggetti anziani sono:
le piccole trombosi multiple delle arterie della corteccia cerebrale,
parzialmente responsabili del deterioramento mentale; l’arteriosclerosi, che
può causare occlusioni dei vasi delle estremità inferiori; l’arteriosclerosi
coronarica, con angina, insufficienza coronarica acuta, infarti miocardici,
aritmie ed insufficienza cardiaca; deficit della funzione renale, con evoluzione
in insufficienza renale cronica.
Malattie
dell'apparato gastrointestinale
Le
malattie dell’apparato gastrointestinale sono di solito dovute a neoplasie, a
riduzione dell'apporto ematico, a fenomeni degenerativi neuro-muscolari, a
modificazioni delle guaine intestinali e alla diminuzione dell'attività
secretoria. Tra queste malattie è molto diffuso il diabete, che progredisce
rapidamente e richiede delle cure quotidiane e costanti.
Sono
da tenere in considerazione, per la loro frequenza, anche altri tipi di
patologie, quali lesioni atrofiche ed ulcerative della cute e delle mucose,
ingrossamenti della prostata con ostruzione uretrale, ecc.
Le
necessità psicologiche comuni agli esseri umani sono il rispetto, la sicurezza,
la stima di sé stessi ed il bisogno di sentirsi apprezzati e valutati dagli
altri.
Alterazioni psichiatriche
La
frequenza di tali alterazioni aumenta con l'età; si tratta di stati depressivi
e di demenza senile con una paranoia persistente.
1.
Gli stati depressivi sono le più usuali modificazioni dovute all’avanzamento
dell’età e si originano dalle perdite affettive, da una minore considerazione
sociale e da fattori biochimici, metabolici ed endogeni.
2. La demenza senile (di tipo Alzheimer) riguarda i sintomi legati a disfunzioni intellettuali di varia patogenesi che colpisce il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni. Le alterazioni neuropatologiche delle funzioni conoscitive del paziente (attenzione, capacità di apprendimento, memoria), sono dovute: alla perdita di neuroni; alle alterazioni neurofibrillari; alla formazione di granulomi vascolari e di placche neuritiche nel cervello; all’indebolimento graduale della memoria, delle capacità intellettuali e di giudizio, che portano al disorientamento, alla labilità emotiva e alla trascuratezza della propria individualità e dei comportamenti interpersonali. Va poi segnalato il “morbo di Parkinson”, una delle più frequenti malattie senili caratterizzata da disordini motori che impediscono di camminare e di muoversi in maniera regolare. Fortunatamente la medicina è in continuo progresso nel diagnosticare i mali degli anziani e nel fornire le giuste terapie. Una maggiore considerazione psicologica e sociale, la predisposizione di ambienti adeguati e la somministrazione di farmaci specifici serviranno a fronteggiare le difficoltà della vecchiaia e costituiranno uno stimolo alla ricerca scientifica per assicurar loro delle migliori condizioni di vita.
Economia
Domestica - Alimentazione equilibrata nell'anziano
Lo stato fisiologico della persona anziana è
caratterizzato da un equilibrio instabile e da una riduzione delle possibilità
funzionali. Non è possibile dire a quale età inizi la vecchiaia perché essa
dipende da fattori ereditari, dal tipo di vita condotta, dalle attività
esercitate, dal temperamento del soggetto e dal clima in cui ha vissuto. I primi
sintomi dell'invecchiamento appaiono generalmente dopo i 45
anni, però esistono persone in pieno vigore a 70 anni e più.
Nei
decenni passati si pensava che il fabbisogno energetico degli anziani fosse
sensibilmente inferiore a quello degli adulti, ma le nuove teorie sulla
dietetica hanno stabilito che essi abbisognano di un’alimentazione leggermente
inferiore a quella di un adulto di 40 anni; per le donne, inoltre, è previsto
un fabbisogno calorico del 20% inferiore a quello dell'uomo. L'indirizzo
dietetico odierno suggerisce di non
dare una razione alimentare troppo bassa che comprometterebbe la salute e la
durata della vita dell'anziano, ma di adeguarla al lavoro da questi svolto, pur
evitando, naturalmente, una superalimentazione.
L’organismo
umano, nella vecchiaia, in seguito al rallentamento del ritmo delle sue funzioni
vitali, è incline a turbe circolatorie, alla ritenzione di liquidi e tende
all'obesità. E’ ovvio che ogni dieta dovrebbe essere spontanea nel tener
conto di queste situazioni e prevenirle, ma se l'interessato non si pone
restrizioni, la dietista o i familiari devono intervenire.
Il compito, di chi deve predisporre le diete per gli
anziani, consiste nel somministrare dei cibi con le quantità prescritte di
tutti i componenti alimentari sostanziali: proteine e aminoacidi essenziali,
lipidi e grassi essenziali, glucidi, vitamine, sali minerali, e che, al tempo
stesso non superi, in media, il contenuto calorico di 2300 calorie per l'uomo e
1700 calorie per la donna.
Riguardo
alla qualità, bisogna dare una buona razione di proteine
(50% vegetali e 50% animali, ricorrendo maggiormente a carni magre, latte e
formaggio), poiché l'anziano ha bisogno di una maggiore quantità di aminoacidi
che aiutano la digestione.
I
lipidi sono indispensabili, ma sarà
meglio dare la preferenza a quelli vegetali che, contenendo acidi grassi
insaturi, servono a combattere l'aumento del colesterolo nel sangue che porta
all’arteriosclerosi.
I
glicidi devono rappresentare il 50%
della razione calorica complessiva; una quantità maggiore non sarebbe così
facilmente tollerata dall'anziano, come potrebbe esserlo viceversa dall'adulto.
I
sali minerali non devono essere
sottovalutati e sono consigliati il calcio (che può prevenire l'osteoporosi
senile) e il ferro antianemico.
Infine,
un posto di rilievo sarà dato alle vitamine che
servono a prevenire e a combattere molti disturbi dell'età senile; è
particolarmente consigliata la vitamina C per la sua azione antiastenica e
anabolica.
L’anziano può consumare dei cibi normalmente salati se
non si nota un’innaturale ritenzione di liquidi. I sali di calcio e di ferro,
la frutta, le verdure, il lievito di birra, servono ad evitare qualsiasi tipo di
carenza vitaminica.
Il
consumo di caffè, tè e vino dovrà essere moderato.
Il latte e i latticini sono ricchi di proteine ma possono
provocare dei fenomeni di fermentazione intestinale, con meteorismo e talora con
diarrea. Il latte, in caso di turbe digestive, può essere sostituito dai
formaggi non fermentati, che contengono le proteine del latte, ma non il
lattosio. Anche i formaggi, come il latte, hanno un alto contenuto di lipidi,
tanto da richiedere l’uso di formaggi ipolipidici e yogurt.
I cereali e i loro derivati hanno un alto valore energetico
e sono facilmente digeribili.
E’
opportuno un consumo limitato di zucchero, marmellata e dolci che sono carenti
di vitamine e minerali.
Ortaggi
e di frutta devono essere abbondanti, per la loro ricchezza di vitamine.
Tutta l’alimentazione dell’anziano dipende in gran
parte dal pane, dalla pasta e dalle carni, per il loro insostituibile apporto
proteico. Bisognerà prestare la necessaria attenzione ai condimenti per
limitare il consumo dei grassi e compensare la mancanza di vitamine liposolubili
con degli alimenti apportatori di vitamine A, D E.
Inoltre, se la persona anziana ha difficoltà di
masticazione a causa della perdita dei denti, si dovrà ricorrere spesso all'uso
di alimenti teneri o a prodotti dietetici, quali le creme di cereali e di legumi
ed i prodotti omogeneizzati di carne, frutta e verdura.
L’anziano si trova spesso a vivere una situazione
psicologica d’intimo disagio che impegna chi predispone e prepara i pasti ad
essere dotato, oltre che di sicure capacità tecniche, di molta sensibilità.
Per
concludere, possiamo affermare che la vecchiaia non deve significare
“restrizione alimentare”, ma che un giusto rapporto fra tutti gli
ingredienti dietetici influirà beneficamente sull'equilibrio fisiologico
dell'individuo anziano.
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Nicoletta Di Ciano |